Percorsi: Sughereta di San Vito e dintorni
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La Sughereta di San Vito (coordinate) è un’area naturale ai piedi del Monte Calvo, nel territorio di Monte San Biagio, piccolo comune dal caratteristico borgo medioevale, parte del comune di Fondi fino all’unità d’Italia, col nome di Monticelli. È la più estesa sughereta dell’Italia peninsulare ed è un posto perfetto per dei giri in bicicletta.
È raggiungibile, partendo dal centro di Fondi, percorrendo via San Magno prima (la strada che parte dall’ospedale e giunge fino al Monastero che dà il nome alla zona) e via Rene poi, verso Monte San Biagio; giunti all’incrocio col semaforo, svoltare a destra e andare sempre dritti.
Scendendo da Lenola, dalla SR 637, bisogna svoltare a destra e seguire via Sant’Oliva prima e Colle Troiano poi, fino a raggiungere via Rene e l’incrocio col semaforo.
La strada è pianeggiante fino all’inizio di via Vetica, poi arrivano le salite di diverse intensità, a seconda delle strade scelte. Le vie principali della zona sono via Vetica, via La Vecchia, via Limatella, via San Candido, via Amerone e Via Dupante.
Via Amerone è da evitare: pendenze molto elevate in entrambi i sensi, fondo a tratti privo di asfalto e ricoperto di rocce aguzze.
Via Dupante, subito dopo la Sughereta, è una strada senza uscita con poco asfalto e molto cemento senza uscita, lunga circa 1,5 km, salita moderata con una o due rampe; giunti quasi alla fine, possiamo ammirare uno degli alberi monumentali d’Italia.
All’incrocio con via Dupante, troviamo il proseguimento di via Vetica, ed è lì che iniziano le salite: come considerazione generale, ne incontrerete di più ardue tenendo la sinistra, ovvero percorrendo tutta via Vetica fino in cima, all’intersezione con via delle Fate, ai piedi del monte omonimo. Nel caso vogliate scegliere questa strada, affronterete una salita che solo i più allenati riusciranno a fare in un solo fiato. Io no: con le mie gambe e i miei rapporti devo fermarmi un paio di volte. I punti più difficili sono, appunto, due: il primo, un tornante micidiale poco prima della strada che porta all’Azienda Equituristica Sughereta, che spezza letteralmente il fiato ai ciclisti meno allenati; la seconda pendenza molto impegnativa è in cima, subito prima di scollinare, prima di scendere per poi risalire brevemente e, infine, scendere a velocità folle per l’altro versante via Vetica.
Il consiglio, per il ciclista della domenica, è di proseguire per via Vetica fino a imboccare via San Candido e poi scendere per via Limatella, sia imboccando la prima discesa a destra che continuando a sinistra. Attenzione: il breve tratto di via San Candido è decisamente tosto, quindi innestate una marcia sufficientemente bassa prima di affrontarlo, per non ritrovarvi a pedalare con cadenze da Tour de France del 1910 sul tratto finale della rampa, poche decine di metri ma con pendenze decisamente importanti.
Attenzione anche alla discesa: se, come me, non siete maestri nel governare il mezzo, meglio evitare di andare a briglia sciolta, specie dopo il passaggio da via Limatella a via La Vecchia. Vi aspettano, infatti, due curve, una dopo l’altra, praticamente a 180° e con pendenze attorno al 14%, almeno. Da fare con freni a disco o, in mancanza, freni a pattino in perfetto stato di manutenzione.
Alla fine di via La Vecchia, potrete svoltare a sinistra per una visita a Cascata San Vito, nello spiazzo di Fontana Villa San Vito. Si tratta di un’area con un paio di tavoli per picnic, una rastrelliera per parcheggiare le bici e tre fontane, a dire il vero sempre chiuse negli ultimi tempi, alle spalle delle quali scorre un torrente generato dalla suddetta cascatella artificiale.
Diversamente, svoltando a destra raggiungerete via località San Vito e, dopo poco, un altro bivio: sulla destra, la salita breve e intensa di via Madonna della Ripa, che porta a Monte San Biagio e, a destra, via Carro, che ci conduce all’incrocio col semaforo visto all’inizio.
Nel mio giro odierno, ho attraversato Monte San Biagio, percorrendo la discesa di viale Europa per poi immettermi, dopo il semaforo, in via Mare, una delle strade della piana di Fondi dalle parti del lago e dei suoi affluenti. Tutto pianeggiante, tutto silenzioso: la quiete del posto è movimentata solo dai versi della fauna locale, gli uccelli di varie specie e gli anfibi che gracidano nei canali.
Cosa portarsi dietro:
– Borraccia;
– Crema solare, si pedala lontani dall’ombra per buona parte del percorso;
– Coccodrilli o orsetti gommosi per un pizzico di dolcezza ma, prima ancora, spizzichi di carboidrati e zuccheri.
Fontanelle:
Ce ne sono diverse. La prima, è al famoso incrocio col semaforo. Successivamente, ci sarebbero le fontanelle di Villa San Vito, ma sono solitamente chiuse, quindi la prossima è poco distante, Fontana del Vescovo, nei pressi dell’omonima traversa senza uscita. Ancora più avanti, ne troverete una all’incrocio tra via Vetica e via San Candido.
Infine, al ritorno ne troverete un’altra a Monte San Biagio, esattamente di fronte alla casa comunale.
Terreno e altimetria:
Questa zona è fattibile con qualsiasi bici da strada, gravel o mountain bike; il manto stradale, seppur non dei migliori, è sempre asfaltato. La gamma di pendenze è abbastanza ampia: si passa dal piano a inclinazioni di media intensità (5-6% in gener, con strappi fino al 10%), alla doppia cifra importante di alcuni tratti e dei tornanti (12-15% e oltre, seppur per pochi metri. Ricordiamo: stiamo evitando le salite importanti di via Vetica. I tratti più impegnativi, quindi, li affrontiamo in via San Candido e via Madonna della Ripa.
*Potenziali imprevisti, pericoli e cani aggressivi:*
La discesa non può definirsi tecnica, ma attenzione alla velocità eccessiva prima di dei curvoni a U: ne incontreremo due scendendo da via Limatella, dopo un lungo rettilineo, quindi attenzione a frenare in tempo e gradualmente per non inchiodare e scodare. Altri curvoni a U nella discesa da Monte San Biagio: in quel caso, essendo le pendenze attorno al 4%, la velocità sarà minore, ma maggiore sarà la probabilità di incontrare automobili.
Ho incontrato, una volta, due cani aggressivi: domestici, a guardia di una villetta in cima alla salita di via Vetica, poco dopo via delle Fate. Un pastore maremmano (con quelli c’è sempre da stare attenti) e un suo compare, parimenti massiccio e pericoloso; sono stato pure inseguito per un tratto, ma la discesa mi ha permesso di distanziarli. Giusto prima di uno strappo in salita, che mi avrebbe rallentato enormemente.
Altri cani domestici, ma di piccola taglia e generalmente confinati in giardini, popolano la zona. Abbaieranno attraverso reti e cancelli o, al massimo, vi seguiranno abbaiando per una decina di metri.
Vi capiterà di sicuro di incontrare numerosi ciclisti, specie nei giorni festivi: in caso di imprevisti, dovreste poter contare su qualche anima pia.
Variazioni del percorso:
Volendo, le strade in zona Sughereta si possono affrontare in ordine sparso: per esempio, salendo per via Limatella (più impegnativa), per poi scendere per via San Candido, iniziare la salita da via La Vecchia eccetera.
Al ritorno, nel caso vogliate passare dalle parti del lago, sono a vostra disposizione anche strade alternative, sterrate: mettete in conto la possibilità di sporcarvi di polvere e fango, nel caso abbia piovuto di recente.
Tutto il percorso è fattibile da chiunque sia un minimo allenato, con rapporti minimi attorno all’1:1; i ciclisti veri, ovviamente, non avranno problemi a terminarlo con rapporti molto più aggressivi.