Le ricette di Kenobit

Ricette vegane ed esperimenti culinari

Questa ricetta nasce come modo per recuperare del pane secco. Mi appaga molto perché mi ricorda le polpette che mi faceva la nonna. Le chiamavo, da piccolo, “le palline”.

INGREDIENTI – pane secco – latte di soia non zuccherato – 150 g di lenticchie secche – cipolla – carota – un cucchiaio di tahini – un cucchiaio di miso – pomodori secchi – un cucchiaio di concentrato di pomodoro – peperoncino – cumino – aglio in polvere – lievito alimentare in scaglie – spezia tandoor (facoltativa, usate le spezie che volete) – Veggfast, 15 grammi (proteine delle patate, facoltativo ma molto consigliato perché fanno molto bene quello che farebbe l'uovo in una polpetta) – pan grattato – olio

Per la salsa: – passata di pomodoro – origano

PROCEDIMENTO

Cose da fare prima Mettere il pane secco a mollo nel latte di soia. L'ideale è che, alla fine, il pane abbia assorbito tutto il latte. Non serve affogarlo. Lasciatelo in ammollo per un paio d'ore.

Cuocere le lenticchie secche. Ovviamente se state usando lenticchie dal barattolo, non serve. Solitamente ci vogliono quaranta minuti.

Le polpette Mettete a soffriggere carote e cipolle tritate finemente. Vogliamo giusto farle sudare e diventare traslucide.

In una ciotola mettete il pane ammollato, le lenticchie cotte e aggiungete tutti gli ingredienti alla miscela, tranne il pan grattato (che metteremo alla fine). Potete ovviamente regolarvi secondo i vostri gusti e in base a quello che avete in frigorifero. Vi consiglio, anche in ottica di altre preparazioni vegane, di recuperare un vasetto di Veggfast. Dura molto e fa la differenza in queste preparazioni. In particolare, si comporta come un uovo in cottura, e quindi rapprendendosi darà struttura alle nostre polpette.

Impastate tutti gli ingredienti con le mani, o volendo con un robot da cucina. Quando avrete ottenuto un impasto omogeneo, aggiungete il pan grattato, fino a che non ottenete un impasto lavorabile, dal quale potete facilmente ricavare delle polpette. Se avete tempo, lasciate riposare l'impasto in frigo (coperto) una mezz'oretta.

Formate le polpette e cuocetele come più vi aggrada. Potete farlo in forno, potete farlo in padella con l'olio (scelta consigliata) o potete addirittura friggerle (deep fry, decisamente overkill ma sempre buono).

Quando le polpette saranno dorate e croccanti, toglietele dalla pentola e preparate la salsa. Nella stessa pentola dove avete cotto le polpette, aggiungete passata di pomodoro, sale e origano. Cuocete qualche minuto a fuoco basso.

Quando sarà pronta, spadellateci dentro le polpette e servite.

Vi propongo una ricetta estremamente rapida, facile da eseguire, ispirata alle tecniche della cacio e pepe, ma fatta con un ingrediente totalmente diverso: i fagioli. Non c'entra niente con la cacio e pepe, ma è buonissima.

INGREDIENTI – 2 barattoli di fagioli cannellini (sceglietene una marca con solo acqua, sale e fagioli) – 200 g di pasta corta – Pepe in grani – Olio extra vergine d'oliva – Limone

PROCEDIMENTO Mettete a bollire l'acqua per la pasta.

Mettete nel bicchiere del frullatore/minipimer l'intero contenuto dei due barattoli di fagioli. Ovviamente potete usare anche quelli cotti da voi, regolandovi a occhio con l'acqua, ma questa è una ricetta in versione “ho fame e voglio mangiare entro 15 minuti”. Aggiungete un po' d'olio d'oliva e uno spruzzo di limone. Frullate fino a ottenere un composto liscio e cremoso. Assaggiate e regolate di sale. Mettete da parte.

Mettete sul fuoco vivace una padella e tostate i grani di pepe, fino a che non inizieranno a sprigionare il loro profumo. Occhio a non bruciarli! Toglieteli dalla padella e metteteli da parte. Li macineremo all'ultimo secondo, come guarnizione.

Quando alla pasta mancheranno circa tre minuti di cottura, versate la crema di fagioli in padella e scaldatela. Non vogliamo cuocerla, ma solo portarla in temperatura.

Scolate la pasta al dente, ma tenete qualche mestolata di acqua di cottura. Versate la pasta nella crema di fagioli, mescolate e aggiungete acqua di cottura a piacimento, fino a ottenere la cremosità che volete. Siate coraggiosǝ, la pasta e la crema ne assorbiranno più di quanta pensiate.

Servire i maccheroni e macinare al momento il pepe tostato.

Facoltativo: una grattata di Gondino, se lo avete. Evitate invece i formaggi a base di olio di cocco, a mio avviso poco adatti.

Io le lenticchie le amo. Questa ricetta è il mio augurio per un anno nuovo in cui le mangeremo tutte le settimane. Fanno bene e stanno bene con tutto, come contorno o come piatto forte.

CHE LENTICCHIE SCELGO? La buona notizia è che tutte le lenticchie sono buonissime. Se avete il budget, vale la pena prendere una varietà di pregio, come le lenticchie di Castelluccio di Norcia, ma la verità è che questa ricetta viene buona con qualsiasi lenticchia possiate trovare al supermercato.

L'importante è che le lenticchie siano secche, e che vengano abbinate a una parte di lenticchie rosse decorticate, che andranno a “sparire” in cottura.

INGREDIENTI – 600 g di lenticchie – 200 g di lenticchie rosse decorticate – Una cipolla grande – Una carota – Uno spicchio d'aglio – Concentrato di pomodoro – Salvia, rosmarino, timo, alloro – Olio extra vergine d'oliva – Sale – Glutammato monosodico – Un bicchiere di vino rosso (facoltativo) – Brodo vegetale

Nota sul brodo: usare del brodo fatto al momento (come il mio brodo blasfemo) è sempre una buona idea e fa la differenza, ma in questa ricetta, se avete fretta, ve la potete cavare anche con un banalissimo brodo granulare o con un dado.

Nota sul glutammato: potete ometterlo se non lo avete a portata, ma vi consiglio davvero di tenerlo in cucina. Non fa male ed è contenuto in grandi dosi in alimenti che consumiamo senza farci problemi, come i pomodori secchi. Aggiunto verso la fine della cottura, ci permette di esaltare il gusto (il famoso umami) senza aggiungere sale.

Nota sulle dosi: queste dosi produrranno un secchio di lenticchie buonissime. Se volete farne di meno, riducete le dosi e mantenete la proporzione 3:1 di lenticchie (normali/rosse). Il soffritto rimane lo stesso, usate semplicemente una cipolla più piccola.

PROCEDIMENTO Tritate cipolla e carota e soffriggete nell'olio. Tritate tutte le erbe (a parte l'alloro) e aggiungetele al soffritto. Aggiungete una presa di sale. Fiamma vivace, ma non altissima: non vogliamo bruciare la cipolla. Quando la cipolla è tralucida, tritate l'aglio e aggiungete anche quello. Soffriggiamo ancora un paio di minuti, facendo particolare attenzione a non bruciare l'aglio.

Aggiungete tutte le lenticchie e un cucchiaio di concentrato di pomodoro. Lasciate insaporire un paio di minuti e poi sfumate con il vino rosso. Quando l'alcol sarà evaporato (annusate per accertarvene), coprite con il brodo e aggiungete la foglia di alloro.

Se è la prima volta che fate la ricetta, vi consiglio di aggiungerlo piano piano, mantenendo la sua pentola a bollore. La cottura, a seconda della varietà di lenticchie che avete scelto, può variare dai 30 ai 45 minuti. Aggiungere il brodo mano a mano vi permetterà di ottenere la cottura e la consistenza che volete. Idealmente, vogliamo delle lenticchie in umido: non una zuppa, non un pastone.

A fine cottura, regolate il sale (in base a quanto era sapido il vostro brodo). Se avete il glutammato, PRIMA di aggiungere il sale, aggiungetene due prese, per esaltare il gusto umami. Solo dopo, date l'ultimo ritocco di sale, se necessario.

Questa, più che una ricetta, è una tecnica applicabile a varie preparazioni. Sperimento da qualche mese per affinarla e l'ho provata in tutti i contesti, dalla Grecia dei gyros al Messico, dall'Italia dei sughi alle americanate tipo “pulled pork”. Funziona!

Il succo è semplice: prendiamo dei funghi coltivati, quindi relativamente economici, e con un po' di pazienza li trasformiamo in una preparazione succulenta, con un aspetto incredibilmente simile a quello della carne, ma soprattutto con una consistenza eccezionale. La gente rimane stupita perché, pur essendo molto appaganti e gustosi, si rivelano leggerissimi. Io li preferisco a tutti gli altri sostituti della carne, soprattutto a quelli industriali. Nota bene: a livello nutritivo sono tutta un'altra cosa, sono pur sempre funghi e non sono una fonte adeguata di carboidrati e proteine. Abbinateli ad altre cose!

foto brutta ai funghi

COME MAI FUNZIONA? I funghi hanno una proprietà poco sfruttata dalla nostra cucina, perché non scuociono (quasi) mai. Cuocendo della carne troppo a lungo, i filamenti delle proteine si contraggono, fanno uscire l'acqua e la carne diventa dura. Al contrario, cuocendo le verdure troppo a lungo, la pectina che tiene insieme le pareti cellulari si rompe e il vegetale perde consistenza.

I funghi invece sono fatti di chitina, la stesso polisaccaride che compone i carapaci dei crostacei e le ali degli insetti. La chitina ha una resistenza incredibile al calore e permette ai funghi di mantenere le loro proprietà anche dopo cotture prolungate. Potete bollirli, stracuocerli, bruciarli, maltrattarli e i funghi manterranno sempre la loro fantastica fibra. Il segreto di questa preparazione è interiorizzare questa informazione e non avere paura.

LA SCELTA DEL FUNGO La preparazione funziona con tutti i funghi, tecnicamente, ma sarebbe uno spreco usare funghi preziosi come i porcini. Quelli coltivati vanno benissimo.

Ho ottenuto i risultati migliori con i funghi pleorotus, che trovo con relativa facilità in vari supermercati, e con i cardoncelli (o i king oyster). Tecnicamente dovrebbe funzionare con tutti i funghi, quindi sperimentate e fatemi sapere.

Sconsiglio solo gli champignon, perché non si sfilacciano in modo adatto.

INGREDIENTI – Funghi coltivati – Olio vegetale (oliva, arachidi, semi...) – Sale – Fumo liquido (facoltativo, ma consigliato) – Aglio in polvere – Cipolla in polvere (o in fiocchi) – Spezie (in base alla ricetta)

Le spezie che sceglierete daranno un'impronta netta al risultato finale. Per simulare i gyros uso un po' di origano, per preparazioni messicane cumino e polvere di coriandolo, per virare verso l'oriente garam masala e affini, per restare in Italia rosmarino, timo, santoreggia...

Del fumo liquido mettete giusto qualche goccia.

Trattandosi di un processo di rimozione dell'acqua, usate TANTI funghi. Si ridurranno sensibilmente di volume. Abbondate.

PROCEDIMENTO Sfilacciate i funghi lungo la loro fibra, grossolanamente, usando le mani. Nel caso dei cardoncelli, che sono più tosti, aiutatevi graffiandoli in profondità con una forchetta, per poi finire l'opera a mano.

Metteteli in una terrina e aggiungete tutti gli ingredienti. Mescolate benissimo (ancora una volta, vi consiglio di usare le mani) e abbondate con l'olio. Ricordate che i funghi non hanno grassi, quindi quell'olio è fondamentale. Se non avete tempo, potete cucinarli subito, ma se potete lasciateli un po' a marinare in frigo, volendo anche per una notte.

Nota: ogni fungo è diverso, quindi non vi darò tempi di cottura precisi, ma i segnali da osservare per capire a che punto è la cottura. La cottura può durare dai 30 ai 45 minuti, ma nulla vi vieta di indugiare un po' di più.

Scaldate una bella padella, in grado di reggere le alte temperature. Idealmente di ghisa, ma bene qualsiasi materiale. Fatela arrivare a un'alta temperatura e buttate i funghi.

Prima fase: fare uscire l'acqua Prendete un peso e posizionatelo sopra i funghi, schiacciandoli e facendoli aderire alla padella. Io uso una pentola con dentro dell'acqua, ma potete sbizzarrirvi. Tenete tranquillamente la fiamma alta. Dopo qualche minuto, noterete che i funghi iniziano a buttare fuori la loro acqua. Insistete per una decina di minuti, poi rimuovete il peso. Dovreste trovare i funghi che bollono felici nella loro acqua.

Seconda fase: far evaporare l'acqua Fate cuocere i funghi a fiamma alta, senza peso, fino a che l'acqua non sarà evaporata. Una volta che l'ha fatto, se volete, aggiungete ancora uno spruzzo d'olio, che male non fa (ma evitate pure se volete rimanere più leggerǝ). Quando l'acqua è evaporatata, passiamo alla fase successiva.

Terza fase: bruciacchiamo i funghi La fiamma è sempre alta. Rimettiamo il peso sopra i funghi, in modo che aderiscano bene alla padella. Questa è la parte controintuitiva del procedimento. Il vostro istinto vi dirà che state bruciando i funghi, ma loro sono tipo Ken il Guerriero e tornano dalle fiamme dell'inferno. Teneteli una decina di minuti, poi rimuovete il peso, controllate e date una girata. Rimettete il peso e ripetete l'operazione finché i funghi non iniziano a dorarsi/bruciacchiarsi. Un consiglio: quando vi sembrano pronti, insistete ancora un po'. Bruciarli è davvero quasi impossibile, quindi vi invito a testare i loro limiti per padroneggiare realmente questa tecnica. Potete ovviamente tarare la cottura in base alla ricetta in cui li volete usare.

A questo punto, se li volete particolarmente croccanti, sbatteteli in forno a 200 gradi per 10 minuti. Non sono incredibili, i funghi?

COSA CI FACCIO? Come vedrete dal loro aspetto, si prestano particolarmente a essere usati come carne in varie preparazioni. Ecco qualche esempio: – Usateli così come sono in piadine, gyros, kebap; – Aggiungete un po' di salsa di soia e saltateli con riso/udon/glass noodles e affini; – Aggiungete salsa barbecue e fateli croccare per 10 minuti in forno; – Trattateli come pollo/straccetti di carne nelle preparazioni messicane; – Fate una salsa verde e fate un panino porno.

Insomma, usateli come volete e fatemi sapere!

L'amico Bisboch mi ha chiesto la ricetta delle mie patate al forno. Sono semplicissime da fare, sono croccanti e generano presa bene. Vi riporto la ricetta in seconda persona singolare, come gliel'ho scritta in chat.

Ingredienti – Patate – Olio d'oliva – Pan grattato – Sale – Paprika dolce – Aglio in polvere – Rosmarino – Pepe

Sul fronte degli aromi, sbizzarrisciti e scegli quelli più adatti a quello che stai cucinando.

Sbuccia le patate e tagliale nella dimensione che più ti aggrada. A me piacciono relativamente piccole. Falle bollire per al massimo dieci minuti in acqua bollente salata. La questione è il normal mapping: bollendo iniziano un po' a cuocere e la loro superficie, da liscia, diventa frastagliata. Il che vuol dire che c'è letteralmente più superficie da dorare. Scolale con un po' di rancore, sbatacchiandole. Più le frastagli, meglio è. A questo punto le butto in una terrina dove le condisco con le spezie che più mi aggradano. Mi piace metterci un po' di rosmarino tritato, aglio in polvere, un pizzico di paprika, sale, pepe. Qua puoi improvvisare. Aggiungo anche olio e un po' di pan grattato. Mescolo bene nella terrina (cosa che è facile, anche perché le patate sono ancora relativamente dure), stendo sulla teglia con carta da forno (o silpat) e inforno a 200 gradi. Dopo 15-20 minuti le tiro fuori, ne assaggio una per valutare i tempi e do una girata, in modo che dorino dappertutto. Le tolgo quando sono pronte, ricordando che il forno è un folle gioco al massacro. Se osi troppo poco non croccano, ma più ti avvicini alla croccantezza ideale più si riducono i margini di errore. Sii coraggioso. Marcale strette. Non andare sul balcone.

Questa ricetta è per un brodo vegetale bruno, ricco e pratico da fare. Può essere un ottimo sostituto in tutte le preparazioni che tradizionalmente usano brodi di manzo, come molti risotti della tradizione milanese, la zuppa di cipolle, etc.

Ha il vantaggio di essere molto più rapido e facile della ricetta che usavo in passato. Usa una pentola sola ed è più buono. In più farà scandalizzare i puristi, quindi è una vittoria su tutta la linea! Il ragionamento alla base è lo stesso dei brodi non vegetali: sfrutta tutte le occasioni che abbiamo per introdurre una componente umami, dalla bruciatura delle cipolle all'uso del Marmite.

brodo che bolle

Ingredienti: – Una cipolla – Una carota – Un gambo di sedano – Un pomodoro – Una zucchina – Mezzo bicchiere di vino rosso – Un cucchiaio di miso – Un cucchiaino di Marmite – Un goccio d'olio – Acqua in cui sono rinvenuti dei funghi porcini – Foglia di alloro – Odori a piacere

In alternativa all'acqua dei funghi, potete usare qualche shitake secco, qualche champignon, o qualsiasi fungo “povero” vi troviate a portata.

Sul fronte verdure, cipolla, carota e sedano sono fondamentali. Sul resto potete improvvisare con quello che avete.

Procedimento Ungere la pentola (sceglietela alta e non antiaderente, perché il brodo lo faremo qua dentro) e scaldare l'olio.

Tritare grossolanamente la cipolla e buttarla in pentola a fiamma vivace. L'obiettivo è bruciacchiarla un po' ed è inevitabile che rimanga qualcosa attaccato al fondo della pentola. Grattatelo via, ma senza paranoie, perché poi sfumiamo.

Mentre la cipolla si bruciacchia, tritare la carota e la zucchina e aggiungerle alla pentola. Bruciacchiamo un po' anche loro.

Nel frattempo, tritiamo le altre verdure. Nota: mi piace tritare le verdure per il brodo perché si velocizzano i tempi di estrazione e perché l'avanzo è molto più comodo da usare il giorno dopo.

Aggiungere tutte le verdure mancanti alla pentola.

Sfumare con il vino rosso. In questa fase vogliamo grattare via eventuali parti bruciacchiate rimaste attaccate al fondo. Quando la parte alcolica è evaporata (annusate!), aggiungere acqua fredda.

Aggiungere alloro ed eventuali erbe o odori si adattino ai vostri scopi.

A questo punto, momento blasfemia: un cucchiaino pieno di Marmite e un cucchiaio scarso di miso.

Portare a bollore e cuocere per almeno mezz'ora. Passata mezz'ora, assaggiate e salate a piacimento. Tenete conto che non abbiamo ancora aggiunto sale del tutto, quindi un po' ce ne vorrà, ma vi consiglio di salare piano, assaggiando di volta in volta, perché le componenti umami del brodo tirano fuori il sapido più di quanto pensiate.

Filtrare il brodo con una chinois (o qualsiasi cosa vi aggradi). Il brodo è pronto! Le verdure avanzate possono essere usate in vari modi, non buttatele!

Questa è la mia ricetta della soupe à l'oignon della tradizione francese. La versione originale ha un brodo di carne ed è gratinata con il formaggio. Questa è la mia versione vegetale, trascritta per il mio amico Bisboch, che recentemente si è appassionato alla cucina. Ecco perché è scritta in seconda persona e contiene un sacco di spiegazioni.

Cominciamo.

BRODO BRUNO VEGETALE Distinzione importante: il brodo standard, o biondo, lo fai mettendo tutti gli ingredienti in acqua fredda, porti a ebollizione e alla fine filtri. È il brodo ideale per risotti e minestre e il procedimento è uguale, che tu voglia farlo vegetale o di carne.

Il brodo bruno è un trick potentissimo. Dal brodo bruno puoi arrivare al “fondo bruno” (internazionalmente: demi glace), che una delle sostanze più buone del mondo ed è il trick di mille ristoranti. Tradizionalmente il brodo bruno si fa con la carne, e nello specifico con un po’ di ossa (qualunque buon macellaio te ne da a secchi, se le chiedi). Le ossa hanno un sacco di cartilagine, che rende il brodo finale gelatinoso e facilita il passaggio a demi glace.

Però, gira che ti rigira, il brodo diventa bruno grazie alla caramellizzazione degli ingredienti. Il classico brodo bruno comincia mettendo le ossa e i pezzi di carne in forno, su una teglia, fino a che non si bruciacchiano. Sulla bruciacchiatura bisogna essere coraggiosi: non vogliamo carbonizzare, ma vogliamo decisamente un po’ di nero.

Io, anche prima di diventare vegetariano, ho sempre preferito farlo vegetale. Costa di meno, ci vuole meno tempo, è meno sbattimento, è buonissimo. Il procedimento è lo stesso: bruciamo le verdure, poi facciamo il brodo. Amo farlo in pentola. Ci vuole ancora meno e se lo fai bene il risultato è fenomenale. Ci metto molte verdure e viene molto ricco.

Ingredienti * Un paio di cipolle * Un paio di carote * Un porro * Un paio di gambi di sedano * Funghi champignon * Una zucchina * Foglia di alloro * Ramoscello di rosmarino * Ramoscello di timo * Qualche grano di pepe Bonus internazionale: * Alga konbu * Shitake (freschi o secchi)

Procedimento Taglia grossolanamente cipolle e carote (Nota: la buccia delle cipolle e delle carote è divina, nei brodi. Se sai da dove vengono le tue verdure e sono bio etc. etc., usala). In una pentola non antiaderente dal fondo ragionevolmente ampio, metti una lacrima d’olio e inizia a tostare cipolle e carote. Regola numero uno: per tostare bene le cose, non devi affollare la pentola, altrimenti le cuoci a vapore e non si caramellano. Non riempirla troppo, nulla ti vieta di bruciacchiare tutto in tre mandate, per poi riaggiungere tutto alla pentola.

Dopo aver bruciacchiato carote e cipolle, aggiungi il resto delle verdure e dei funghi, sempre tagliate grossolanamente. Spadella un po’ per insaporire. A questo punto, noterai che la pentola ha iniziato ad annerirsi in alcuni punti. Giusto così. Sfuma con uno spruzzo di vino rosso e gratta sul fondo. Quando non senti più l’alcol nei vapori del vino, aggiungi l’acqua fredda.

Più fredda è, meglio è, perché facilita l’influsione dei sapori. Nei ristoranti megafighi partono direttamente dal ghiaccio, pensa.

(Per lo stesso motivo, se tu volessi fare un bollito in cui il prodotto principale è la carne, non il brodo, partiresti dall’acqua bollente)

Aggiungi alloro, rosmarino, timo (e qualunque erba ti capiti), il pepe e l’alga. Aggiungi un po’ di sale, ma resta indietro. Il brodo si restringerà e diventerà più sapido. Lo correggerai alla fine.

Porta a ebollizione, abbassa la fiamma e cuoci a fuoco lento per un’ora. Anche un’ora e mezza, volendo. Anche due. Non rovini niente. Se hai meno tempo di un’ora, tienilo a fuoco più alto e te la cavi anche con 40 minuti.

A fine cottura, puoi filtrarlo tutto in un recipiente diverso. Io, per comodità, preferisco usarlo direttamente nella ricetta del momento, usando un mestolo e filtrando le singole mestolate con il colino. Così sporchi meno roba.

CIPOLLE CARAMELLATE Sono una cazzata ma vanno fatte con calma. Troverai ricette che ti dicono di aggiungere zucchero, aceto balsamico e affini. Per quanto funzioni e sia anche funzionale ad alcune ricette, per fare le cipolle caramellate non serve altro che un sacco di cipolle, un grasso, un po' di sale e un sacco di pazienza.

Ingredienti * Cipolle * Cipolle * Cipolle * Cipolle * Tantissime cipolle, più di quanto ti sembri ragionevole * Burro (vegetale per versione vegan, ma è omettibile) * Olio Che cipolle? Evita le rosse. Bianche e dorate vanno benissimo. Abbinare varietà diverse è un’ottima idea.

Procedimento Preparati a piangere. Io uso gli occhiali da saldatore, funzionano.

Pulisci le cipolle e tagliale finemente. I fighetti ti diranno di usare la mandolina, ma non è necessaria. Taglia in due le cipolle e poi affettale più sottili che puoi.

In padella NON antiaderente scalda una noce di burro e aggiungi un po’ di olio di oliva (alza il punto di fumo). Aggiungi tutte le cipolle, salale (non troppo, il sale ci serve a tirare fuori l’acqua) e inizia a fiamma viva. Appena iniziano a cantare, riduci un po’ la fiamma.

Prima fase: Le cipolle sudano. Inizieranno a perdere la loro acqua e si ridurranno di volume. All’inizio ti sembrerà che diventino una zuppa e che non si caramelleranno mai. Abbi fede. In questa fase, ti basta tenerle d’occhio e dare una girata ogni dieci minuti. Durerà almeno trenta minuti.

Seconda fase: L’acqua è finita, inizia la caramellatura. Le cipolle in questa fase sono ancora bianche, ma diventeranno progressivamente gialle e poi marroni. Come mai diventano marroni? Perché bruciacchiano in modo controllato. Questo è il motivo per cui, per farle bene, hai bisogno una padella non antiaderente, che permetta la bruciacchiatura. In questa fase devi rimescolarle più di frequente. La fiamma è vivace, ma non troppo forte. La cipolla inizia appena a bruciare e tu prontamente mescoli. In questo modo, la parte bruciacchiata va in contatto con quella non bruciacchiata e colora tutto. (Di fatto, succede una cosa simile a quella che succede con il brodo)

In questa fase, stacci dietro. Rimani in zona e mescola ogni cinque minuti. Qui è tutto squisitamente analogico. Se brucia troppo in fretta, abbassa la fiamma. Se non succede niente, alzala.

Le cipolle diventeranno gialle, poi marroncine. Se le tiri, diventano proprio marrone scuro, ma te lo consiglio solo se vuoi usarle come condimento. Per la maggior parte delle ricette, un marroncino è ideale. In ogni caso, assaggia. Occhio che sono buonissime e rischi di mangiartele tutte.

Noterai che le cipolle si sono ridotte tantissimo. Da una pentolata di cipolle fresche ti trovi con un una decina di cucchiaiate di cipolle caramellate. Sono pronte quando lo decidi tu.

CHEAT CODE PROIBITO Questo è il modo giusto per fare le cipolle caramellate, ottenendo il gusto corretto e mantenendo le loro fibre. Se hai fretta e non ti interessa che rimangano cipolle, ma ti va bene che diventino una sostanza marmellatosa, ma con lo stesso gusto... usa il bicarbonato. Una puntina di cucchiaino, altrimenti poi lascia un gusto metallico.

Come mai? La reazione di Maillard, quella della caramellizzazione, è facilitata dall’ambiente alcalino. Le verdure sono tutte acide, ma se aggiungi un po’ di bicarbonato ti sposti sulla base.

Ottieni lo stesso colore in quindici minuti, ma le cipolle si disintegrano. Se devi farci una pastasciutta, un risotto o qualcosa in cui non saranno protagoniste, è un bel trick.

LA ZUPPA DI CIPOLLE Assembliamola come un Voltron di gusti.

Ingredienti * Farina 00 * Cipolle caramellate * Brodo bruno vegetale * Bicchierino di cognac/brandy/whisky oppure di vino bianco

Procedimento Facciamo una sorta di roux. Le cipolle sono caramellate. Il brodo sta bollendo. Sfuma le cipolle con un goccio di alcol (idealmente cognac, ma vedi sopra). Prendi qualche cucchiaio di farina e mettilo nella padella delle cipolle, con fiamma vivace. Onde evitare grumi, spargi la farina con un colino. Impasta cipolle e farina e cuoci delicatamente per un paio di minuti. Cerca solo di non bruciare la farina, abbiamo già caramellato tutto quello che dovevamo caramellare.

Aggiungi il brodo e cuoci per una decina di minuti. Consiglio: aggiungi il brodo che pensi di servire, più un paio di mestoli. Sei sempre in tempo ad allungare, nel caso.

La zuppa è pronta ed è buonissima già così.

GRATINATURA Facoltativa, ma libidinosa.

Ingredienti * Pane * Aglio * Emmenthal o sbrinz + Parmigiano (versione tradizionale) * Formaggio vegano (versione vegan)

Procedimento Accendi il forno. Bello caldo, sui 220-230 gradi. Usa anche il grill, se c’è.

Taglia il pane a fette. Mettilo in forno. Nel frattempo, grattuggia un fottio di formaggio.

Quando il pane inizia a dorarsi, tiralo fuori. Se vuoi, strofinaci sopra un po’ d’aglio (vegan: già così è buonissimo).

Metti la zuppa in delle scodelle che possono resistere in forno. Se non le hai, metti tutto in una singola terrina (quelle classiche di pirex vanno benissimo).

Metti le fette di pane tostato sopra la zuppa. Metti un fottio di formaggio sopra il pane. Esagera. Grattata di pepe.

Inforna. Tienilo d’occhio, perché sarebbe un peccato bruciarlo. Quando vedi che il formaggio inizia a fare le bollicine e a prendere un po’ di marroncino/nero, sei pronto. Ho avuto risultati molto interessanti usando formaggi vegani (quello grattuggiato del LIDL è molto ok), ma in tutta sincerità li trovo un po' delle porcate e non mi fanno impazzire (quelli industriali, almeno). Questa ricetta è buona da paura anche solo con il pane tostato e agliato!