la responsabilità perduta
Viviamo in un'epoca dove la responsabilità è altrove, distante da noi, nessuno è responsabile per gli altri, non si è più responsabili nemmeno per se stessi, la responsabilità che male esercitata può divenire colpa nei suoi riflessi è ripudiata, messa all'indice in un vortice individualista che ci mette a capo di tutti i poteri di tutti i punti di vista, l'unica via di fuga possibile è l'IO ed in questo nostro essere dominati da un ego quantificabile in 10^27 non c'è spazio per la valutazione sbagliata che porta ad un errore, che badate bene è sacrosanto, umano anche giusto in un ossimoro logico non così parabolico come potrebbe sembrare. Con questo cappello mi riferisco all'eliminazione tardiva e meritata della nostra squadra nazionale di calcio dal torneo europeo, non sono un appassionato di calcio, lo sono stato in un'età più giovane, ma in un paese come il nostro il calcio ha un peso politico, la cosa ci può infastidire, anche fondatamente, ma non possiamo non prenderlo in considerazione, non è certo un bene ma è così, anche l'escalation popolare che ha portato Silvio Berlusconi al mito in vita e alla beatificazione in morte è, in parte, anche riferita ad un periodo di presenza nel mondo del calcio che ha certamente lasciato il segno, l'appellativo presidente che gli viene tutt'ora tributato a prescindere da presidente di che! E' da riferirsi alla presidenza del Milan che rimanda agli strepitosi risultati sportivi di quegli anni. La nazionale non ha una vera e proprio collocazione politica, o meglio ce l'ha ma è troppo sottilmente complicata da decifrare e quindi la lasciamo li in fondo al cassetto come un libro interessante si, ma che alla fine non abbiamo tutta sta voglio di leggere... Dicevamo la nazionale è politica, mentalità nazionale è una lieson tra il popolo e la classe dirigente, la crema sportiva e non solo, della società, l'esprimersi della nazionale è insomma pacificatrice tra chi ha tutto, salute, talento, ricchezza e felicità e chi ha poco ho nulla e sogna una rivalsa dal tavolino di un bar, con una vita mezza vuota dietro una bottiglia di Peroni ghiacciata... Quando qualcosa non funziona qualcosa si rompe, quando non solo non si vince ma nemmeno ci si esprime qualcosa in questa unione in questa comunicazione tra Dei e mortali si spezza ed è l'abisso. Le vite mezze vuote si scagliano contro le divinità illusorie e tutto si tinge di una realtà grigia e fredda aconr più della Peroni che resta li a sgasare sul bancone. Abbiamo perso, malamente, ma la colpa non è di nessuno, perché la responsabilità è evanescente, perché i giovani non erano abbastanza giovani, bontà loro, il progetto è ancora in fase di stesura, perché insomma dai... Le facce abbronzatissime della dirigenza ci raccontano di mezze responsabilità, di mezze colpe, di mezze cose che non hanno funzionato, un po' come funziona nel nostro paese, è colpa dell'Europa, ma no è che il governo precedente... No però si deve capire che il quadro è cambiato... Ma la realtà alla fine è che in questa marea di quadri che cambiano la parete sullo sfondo è sempre più scassata è tra intonaco che gonfia, stucco che non arriva, muratori ed imbianchini che non ci sono più, centinaia di architetti in stile Fuffas prendono misure e parlano di design su macerie di una casa che non esiste quasi più... Di tutto questo si salva solo, per ora, la Peroni ghiacciata... Salute!