VegeVale 🌱

Una Vale al vegetale: i miei primi passi nel mondo del veganismo.

Incuriosita dalle tante proposte di formaggi vegani che noto intorno a me, nelle ultime settimane ho deciso di provarne qualcuno e vedere che sapore hanno. Il formaggio è sempre stato uno dei miei cibi preferiti da onnivora e sono sempre stata disposta a provarne di nuovi!

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Non una, bensì due dottoresse, professioniste mediche sanitarie mi hanno confermato che una dieta vegana varia e bilanciata, se correttamente integrata di vitamina B12, è sana e non va a influire negativamente sullo stato di salute della sottoscritta.

HA! *agita ditini medi tutto intorno a sé*

Okay, adesso posso ricominciare a scrivere cose vagamente un po' più serie, dovevo solo togliermi questo sassolino dalla scarpa.

Approcciandomi al veganismo ho scoperto che non si tratta solo di un cambiamento di dieta, ma di uno stile di vita che prende in esame tutti gli ambiti della nostra quotidianità che vanno a influire in qualche modo sul benessere animale. Ad esempio la skincare e i prodotti per la cura di viso e corpo possono non solo contenere derivati di origine animale, ma anche aver causato sofferenza ad altri esseri viventi.

Quando ho iniziato a controllare in bagno tra i miei prodotti, ho scoperto con piacere che la maggior parte di quelli che usavo regolarmente erano già vegani. È da qualche anno che uso i prodotti di The Ordinary, perché mi hanno aiutata tantissimo a gestire l'acne e le conseguenti cicatrici e macchie da iperpigmentazione che spesso i simpatici brufoli lasciano come regalino quando se ne vanno. Pensate un po', sia il niacinamide che l'acido lattico e anche gli idratanti erano tutti vegani.

Guardando sul sito ho avuto conferma che questa marca è sia cruelty free (cosa che in realtà sapevo già, ma una rinfrescata alla memoria è sempre utile) che completamente vegana.

Per quanto riguarda i prodotti per la pulizia del viso, ammetto di essere un po' pigra: di solito li compravo al supermercato o nelle catene di negozi dedicati alla cura della persona come Caddy's, Acqua e sapone. Però di recente ha aperto un dm, o DrogerieMarkt, lungo il percorso che faccio tutti i giorni per andare al lavoro. Al mattino quando ci passo davanti è ancora chiuso, ma al ritorno lo trovo aperto.

Ci avevo comperato prima un latte detergente e poi una schiuma per il viso, entrambi delicati e per pelli sensibili, perché ogni tanto soffro di allergie. Non spesso fortunatamente, ma ogni tanto la mia pelle ha delle reazioni non proprio ideali, quindi cerco di orientarmi sempre su una detersione di questo tipo.

Quando ho fatto il passaggio su uno stile di vita plant-based, ho scoperto che questi detergenti erano vegani! La marca, Balea, non è esclusivamente vegana, ma questi prodotti nello specifico lo sono. Ne sono molto contenta perché sono dei validi prodotti che mi fanno ottenere due risultati in contemporanea: puliscono la pelle dal trucco e dalle impurità, senza renderla secca né disidratata. Purtroppo di solito i detergenti fanno o una cosa o l'altra e non mi è capitato spesso di riuscire a trovarne facessero entrambe le cose, quindi sono soddisfatta! Oltre a essere ben felice di non dover andare alla ricerca di altri prodotti che funzionino altrettanto bene ;)

Piccola postilla finale: ovviamente niente di tutto ciò che è riportato in questo post è sponsorizzato, anche perché siamo onesti: a me, chi mi calcola? :D

A quanto pare il 1° di Novembre c'è stato il World Vegan Day. L'ho anche visto abbreviato come WVD, ma i miei occhi cercano di interpretare il testo come una strana emoticon o un kaomoji finito male, quindi mi sa che continuerò a scriverlo per esteso.

Il World Vegan Day sembra una bella idea, un modo per parlare di questo stile di vita e creare un dialogo. Peccato che io questo dialogo l'abbia visto solo online.

Sarà perché vivo in una città piccola, sarà che magari è una celebrazione più sentita in altri Paesi, sarà che Halloween e i Santi sono due tradizioni molto più popolari, fatto sta che se non fosse stato per il Fediverso non mi sarei mai ricordata del World Vegan Day.

Però, è successa una cosa buffa. Manco l'avessi fatto apposta, durante il World Vegan Day ho fatto “coming out” e ho ufficialmente parlato ai miei genitori della mia intenzione di mangiare vegano da ora in poi. Lasciate che ve lo dica, era andato molto meglio quando avevo fatto il vero coming out e detto ai miei genitori che sono bisessuale.

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Camminando i miei due chilometrini giornalieri per andare al lavoro, mi capita spesso di guardare i cartelloni pubblicitari a lato della strada. A volte vengo attirata dalle immagini, altre dai colori, altre ancora dalle parole.

È stato così che ho scoperto che nella mia città ci sarebbe stato uno swap party, uno scambio di abbigliamento gestito da un'organizzazione no profit locale nata da poco. Cercando più informazioni ho scoperto che si tratta di ragazzi giovani che pensano alla sostenibilità come uno dei metodi per ridurre l’impatto ambientale inestricabilmente collegato alla moda come industria.

Il progetto mi piaceva un sacco e sembrava un'idea carina per passare un pomeriggio diverso dal solito, così ho deciso di partecipare. Sono arrivata circa un'oretta dopo l'inizio dell'evento e con mia somma sorpresa ho scoperto che c'era la coda per entrare! Ho passato più di mezz'ora in coda (il che fa capire quanto ero motivata!), ma l'ho sfruttata al mio meglio: cercando di interagire con altri esseri umani!

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Si sta organizzando una serata in compagnia di due amiche che non vedevo da un po'. Tra vari messaggi siamo riuscite a scovare un giorno in cui siamo tutte libere nello stesso momento e abbiamo anche deciso il luogo dove mangiare. Una pizzeria dove siamo già state in passato, era piaciuta a tutte e tre ed è facilmente raggiungibile sia in macchina che a piedi.

Decido di dare una sbirciatina al menù per vedere che pizze propongono. Non ci sono simboli che indichino se le pizze sono vegane o meno, ma mi sto abituando a leggere gli ingredienti su tutti i prodotti che compro, mi sento preparata.

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Quando presi la decisione di diventare vegana, mi resi conto che le mie scelte alimentari sarebbero cambiate drasticamente e non avrei più mangiato alcuni dei piatti che amavo. Decisi quindi di scrivere una lista dei miei piatti preferiti, dividendoli in diverse categorie, e iniziai a notare qualcosa di interessante.

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Quest'estate è stata davvero calda. Non rovente come l'anno scorso, il 2022, che mi ha fatta penare molto di più, ma sempre e comunque troppo calda.

La persona della mia famiglia che ha risentito di più di queste temperaure è stata la mia mamma. Ha passato i mesi di luglio e agosto a sudare copiosamente e lamentarsi dell'afa. Si sentitva spossata, senza energie né voglia di fare, anche le piccole azioni quotidiane sembravano richiedere uno sforzo sovrumano.

Ha iniziato a prendere degli integratori sia per darsi un tono che per cercare di reintrodurre ciò che il suo corpo perdeva, ma non era abbastanza e la stanchezza non passava. Neanche l'acquisto di un ventilatore, un elettrodomestico che i miei genitori avevano bollato come “superfluo” per decenni, è riuscito a risolvere la situazione. Come tutti, anche mia mamma ha dovuto aspettare che la stagione iniziasse a cambiare e finalmente arrivasse settembre.

Pensando a quei momenti e alla preoccupazione che ho provato per i miei genitori non più giovanissimi ho iniziato a domandarmi: è questo il futuro che ci aspetta? Se anche il Piemonte, una delle regioni più a nord d'Italia inizia a diventare rovente, cosa succederà in futuro?

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