Scritto di più di 10 anni fa. Personaggio che sarebbe dovuto diventare un Hollow in un forum gdr a tema Bleach.
Time: – 01:02:25
Knok.. Knok.. Knok..
Il suono sordo di legno contro legno rimbombò nel vuoto del dojio. Il bokudo di Watanuki e del suo sensei cozzarono più e più volte prima che il maestro, con una velocità senza eguali colpì l'allievo sulla spalla destra. Aveva perso nuovamente, non c'era allenamento dove non venisse sconfitto da Ryuken, un anziano signore sulla settantina, dai i capelli canutei, dall'aria innocua e gentile. Sembrava uno di quei vecchietti che si siedono sul bordo della strada ad osservare i cantieri, mentre in realta', il suo aspetto nascondeva uno dei più grandi maestri di kendo di tutto il Giappone o forse del mondo. Come si dice: mai giudicare un libro dalla copertina.
Minamino mise la spada sul fianco e fece un profondo inchino al suo avversario, poi si allontano' continuando ad allenarsi da solo. Ripeté molte volte il kata, per renderlo più fluido e armonioso. Faceva sempre questo esercizio, alla fine della sessione di allenamenti, per sciogliere i muscoli e concentrarsi sugli errori compiuti nei combattimenti. Quando terminò l'ultimo movimento, era madido di sudore. Si guardò attorno e constatò di essere solo. Era sempre l'ultimo ad abbandonare gli allenamenti, nessuno sembrava prenderli con la stessa serietà. Fece un lungo respiro, per scacciare la stanchezza, poi raccolse la sua roba e si diresse verso gli spogliatoi.
Time: – 00:11:14
Una doccia calda aveva sciacquato via, oltre che il sudore, anche la fatica degli allenamenti. Ora Watanuki si sentiva soddisfatto, ma comunque il suo corpo anelava il dovuto riposo. Apri il suo armadietto di metallo grigio, il numero diciannove, per raccogliere la borsa con i libri scolastici e le scarpe, ma una strana sensazione si impossessò di lui, un formicolio alla base della nuca.
Si sentiva osservato.
Una sensazione spiacevole e ricorrente che provava da quando aveva iniziato l'università di giurisprudenza, lì aveva imparato a conviverci, ma che non aveva mai provato quel disagio nel suo dojo, figurarsi nello spogliatoio. Per lui quello era un luogo sacro, che sentiva profanato. Era in gabbia. Si sentiva tra le grinfie di qualcuno che non voleva lasciarlo andare. Era colpa sua, lo sapeva bene, aveva compiuto un solo errore, stupido e banale, l'errore di considerare Valentyne più del dovuto. Tutto era successo, un mese prima.
Time: – 841:12:53
Sentiva gli sguardi invidiosi dei compagni di corso, ci era abituato, ormai era una sensazione con la quale conviveva fin da quando era bambino. Watanuki se ne stava da solo, isolato dal resto dei compagni che bisbigliando, si prendevano gioco di lui. Ma lui non aveva nulla da spartire con “quelli”, frequentava l'università per studiare, per imparare qualcosa, non per fare amicizia. Come al solito non ci fece caso e si concentrò sulla lezione. Ma quel giorno la sensazione era più fastidiosa e intensa del solito. Una volta iniziata la lezione, quella fastidiosa senzazione spariva, ma mano che il professore parlava, l'attenzione che catalizzava si spostava sul docente e Minamino sentiva la pressione svanire. Non quel giorno, qualcuno continuava a fissarlo, lo sentiva, anche se non poteva vederlo, quel formicolio alla base della nuca non pareva lasciarlo in pace. Si osservo intorno per vedere da dove provenisse quella fonte così pesante e fastidiosa. Non fece fatica a trovarla. In uno degli ultimi banchi dell'aula c'era una ragazza, molto bella: occhi grandi e color nocciola, capelli lunghi e neri che si posavano dolcemente sulle spalle, un viso pulito e due guance dal colorito sano. Incrociarono gli sguardi e lei sorrise. Lui dopo averla osservata qualche momento distolse so sguardo con fare distaccato e continuo a seguire il professore.
La lezione fini.
La ragazza si avvicino a Watanuki e si presento'. Si chiamava Valentyne, sua madre era giapponese, mentre il padre era un francese, profumava di ciliegia. Era la solita ragazza superficiale che pensa solo al suo aspetto fisico, vuota e priva di contenuti. Ma era bella. Ogni tanto si concedeva qualche scappatella con belle ragazze per allentare la tensione prima di un esame o un prova difficile. E cosi' fece. La sedusse e una sera la porto' in un love motel. Fu una splendida notte per entrambi. Ma quel magico momento termino con l'atto sessuale. Watanuki si lavò, poi si rivestì, ringraziò la ragazza e stava per andarsene, quando la giovane lo trattenne cominciando un discorso sulle coincidenze, il destino e l'amore. Minamino la liquidò dicendo che oltre al sesso non c'era stato nulla di più. La salutò e se ne andò. Per lui era finita li, ovviamente , per lei non lo era.
Time: – 6:34:10
Chiuse il suo armadietto dopo aver preso la borsa di scuola e riposto ordinatamente il suo equipaggiamento. Andò nuovamente verso lo specchio per pettinarsi prima di uscire e la vide. Oltre alla sua immagine riflessa c'era anche quella di una ragazza. La conosceva bene, ma non si aspettava di vederla nel dojo, anzi, si aspettava di non vederla mia più. Si era espresso con parole semplici e comprensibili anche da una mente limitata come la sua, ma evidentemente non erano giunte all'obbiettivo. Valentyne continuava a perseguitarlo. Messaggi, mail, lettere, chiamata nel cuore della notte, lo stava ossessionando. Maledì il giorno in cui decise di sedurla.
<> Disse voltandosi verso la ragazza, sarebbe stato l'ultimo sguardo che gli avrebbe rivolto.
<> Lo guardò con un aria innocente e pura.
Chiuse gli occhi e scosse la testa, quei discorsi gli erano del tutto indifferenti. Amore, quella parola era una sconosciuta nella sua vita e sarebbe restata tale. Non sopportava quelle persone, in realtà non sopportava le persone in generale, l'avrebbe liquidata per sempre, non voleva più averla tra i piedi. Distolse lo sguardo dalla ragazza, considerando il discorso chiuso, si sedette sulla panca e cominciò ad allacciarsi le scarpe, ma comunque rivolse ancora qualche parola a Valentyne:
<>
Si allacciò anche la seconda scarpa. Valentyne colse l'occasione e si gettò su di lui e lo abbraccio da dietro. Watanuki reagì velocemente e con una spinta la scostò violentemente. La ragazza caddè sul pavimento ma senza conseguenze dolorose. Minamino non riuscì nel intento di non rivolgerli più lo sguardo e lo vide. Un coltello. Valentine lo teneva nella mano tremante ed era sporco di sangue.
“Deve avermi graffiato.” Pensò toccandosi le braccia, per poi salire fino al collo.
Sentì la parte sinistra del collo bagnata. Si osservò le mani e le vide grondanti di sangue. Istintivamente si portò le mani sulla ferita per tamponarla, ora cominciava a sentire il dolore, probabilemente a causa dell'adrenalina dovuta all'aggressione, non aveva sentito l'arma penetrargli nel collo.
<> Questo avrebbe voluto urlargli, ma dalla sua bocca uscì solo un gorgoglio e del sangue.
Man mano che il liquido vermiglio usciva dal suo corpo e sporcava i suoi vestiti puliti, sentiva le forze che lo abbandonava. Faticava a respirare causa del sangue nella bocca. Guardò verso la sua assalitrice. Lei si avvicinò piano piano, con il volto rigato di lacrime. Si accucciò verso di lui e gli sussurrò:
<>
Watanuki non riusciva più a muoversi ormai la sua vita stava finendo. Riusci solamente a formulare un pensiero, tra i dolori che lo assalivano:
<>
Time: – 00:00:01
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Doveva essere morto e invece non lo era. Si trovava in un dojo, familiare ma i suoi ricordi erano così confusi, sentiva la testa pesante e i pensieri appannati. Fisicamente stava bene, si portò le mani al collo, come per controllare il suo stato. Tutto normale. Solo il petto gli doleva, appoggiò le mani su di esso e ci trovò un freddo pezzo di metallo. Una catena. Per giunta spezzata. Capiva sempre meno. Era in una situazione assurda, confuso e dolorante cominciò ad osservarsi in giro e finalmente lo vide. Il suo corpo, coricato per terra, in un lago di sangue. Era morto? Come mai si sentiva vivo? Cos'era quella catena? Troppe domande e nessuna risposta.